
Un Paese senza leader – Luciano Fontana, Longanesi, 2018
Storie, protagonisti e retroscena di una classe politica in crisi
Vi propongo il testo di Fontana per almeno tre motivi, anzitutto la domanda che egli si pone nella seconda pagina di copertina, ovvero se il nostro Paese sarà in grado di esprimere un leader in grado di porsi al suo servizio. L’Autore non esprime un particolare ottimismo al riguardo e nell’ultima di copertina afferma: “Diciamocelo con franchezza: anche se all’orizzonte spuntasse un leader, e al momento non se ne vedono, sarebbe subito neutralizzato da un sistema politico e istituzionale che sembra confezionato su misura per impedire l’ascesa di una nuova personalità e l’affermazione di una nuova prospettiva”.
In secondo luogo perché nel suo ruolo di giornalista ha avuto più volte la possibilità di intervistare e interagire direttamente con le personalità che hanno caratterizzato gli ultimi tre decenni della politica nazionale; disegnandone un ritratto vivido, umano e di assoluto interesse che va oltre l’immagine pubblica degli stessi seppur, talvolta, confermandola.
Il terzo motivo è la sua riflessione sul tema della leadership dove, ad esempio, la capacità di avere una visione politica risulta decisiva; egli cita Fred Grinstein, un politologo americano, noto per il suo lavoro sulla leadership politica: “Avere una visione politica significa essere in grado di trasmetterla non solo ai singoli seguaci ma anche all’intera cittadinanza in modo da innescare un processo di trasformazione a livello collettivo”.
Due sono invece le insufficienze che ho riscontrato in Un Paese senza Leader: il mancato approfondimento dell’idea, del senso e della pratica del leader come Servitore; se non il doveroso richiamo alla costruzione di una nuova classe dirigente “consapevole delle sue responsabilità”.
La mia modestissima opinione è che un esempio di Leader come Servitore in casa ce l’abbiamo e risponde alla figura del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e, ne sono convinto, non è il solo esempio che si potrebbe fare; in tanti settori della vita pubblica italiana.
Ritengo infatti che l’attuale Presidente risponda ad un Modello – rintracciabile nella letteratura – e che risponde ai seguenti “tratti”: prende decisioni guidate dall’Etica, mette le persone al primo posto, ascolta profondamente, costruisce spirito di squadra e di comunità; anticipa il futuro, condivide una visione e procede con chiarezza di scopi, ispira fiducia.
Il secondo aspetto che mi è parso lacunoso è la dipendenza dal concetto di leader, ovvero una sottovalutazione delle responsabilità che anche noi, come cittadini di questo Paese, abbiamo.
Non è solo, o almeno non solo, un fatto etico; è anche una questione del bisogno di crescita di una intelligenza – razionale ed emozionale- collettiva, di comunità globale che scaturisca dalla consapevolezza che: “Gli individui possono sembrare impotenti, prigionieri delle istituzioni … Ma con l’andar del tempo l’accumularsi delle decisioni individuali esercita un profondo influsso sulle istituzioni”, affermano Boyd e Richerson, esperti in evoluzione delle culture (cfr. l’articolo Liberare l’altruismo).
Si avverte leggendolo che il libro è scritto da un professionista (Fontana è laureato in Filosofia del Linguaggio, ha lavorato per undici anni all’Unità e dal 1997 è al Corriere della Sera), scorre, lo si legge in un paio di giorni, ti coinvolge (sembra di essere con lui quando interloquisce con le personalità narrate nel Libro). Avrei voluto trovare qualche motivo di speranza in più, ma questo è un mio bisogno: andare oltre l’ottimismo della ragione (in questo caso il pessimismo) per visualizzare una luce al fondo di un tunnel ancor lungo da percorrere: senza farci rubare la speranza di un futuro più armonioso dell’attuale, magari improntato sulla Lettera Enciclica Laudato si’ del Santo Padre Francesco, sulla cura della casa comune (24 maggio 2015)

Dalla Seconda di Copertina
“… in un’analisi a tutto campo, e con retroscena e ritratti dei protagonisti che ha conosciuto “da vicino” (da Berlusconi a Renzi, da Salvini a Grillo e Di Maio, da D’Alema a Veltroni e Prodi), Fontana si chiede se sia possibile ricostruire una classe dirigente all’altezza della situazione. E soprattutto se ci sia oggi un leader che sappia eliminare odi e rivalità per mettersi davvero al servizio del nostro Paese.”